https://www.puntosicuro.it/sicurezza-sul-lavoro-C-1/ruoli-figure-C-7/rspp-aspp-C-70/il-consulente-per-la-tutela-della-salute-della-sicurezza-sul-lavoro-AR-18790/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_content=3&utm_campaign=nl20190207%2BPuntoSicuro%3A+sommario+del+7+febbraio+2019&iFromNewsletterID=2303
Nel 2017 e con le conoscenze di oggi, è ancora possibile morire per queste cose?
Mancata cultura della sicurezza sul lavoro, mancata sensibilità per certe problematiche da parte di tutti, sottovalutazione del rischio, un mix micidiale di elementi che ancora permettono l’accedere di certi eventi drammatici.
Quando sarà data la giusta importanza a queste cose? Quando la sicurezza e la salute delle persone nei luoghi di lavoro non sarà soltanto un fastidio?
http://www.corriereadriatico.it/macerata/morrovalle_incidente_lavoro_caduto-3289126.html
http://www.corriereadriatico.it/macerata/morrovalle_incidente_lavoro_caduto-3289126.htmlv
A volte da professionista ci si chiede se ne valga la pena.
Se vale la pena spendersi e spendere per aggiornarsi, per acquistare e mantenere strumentazione di livello, insomma se vale la pena fare le cose al meglio possibile.
Il mio lavoro è quello di aiutare il datore di lavoro nella gestione di questo delicato aspetto dell’organizzazione della propria impresa, ed in ballo oltre alla tutela del committente c’è soprattutto la salute e la sicurezza delle persone. E’ un impegno anche morale non indifferente.
Ma nella quotidianità poi succede che ti chiamano per dei pareri, per sistemare delle situazioni e magari ti chiedono un’offerta per la prestazione professionale. A quel punto la proposta non può non tener conto della qualità del servizio offerto, del tempo necessario per fare le cose per bene, per la professionalità in gioco….. Ma spesso, per non dire quasi sempre, il datore di lavoro non si rende conto e da uomo di affari cerca la migliore offerta dove la discriminante è il prezzo.
Alcuni consulenti si propongono a cifre ridicole, e spesso il motivo è proprio un lavoro superficiale e di facciata. A questo punto difficile poter competere e mantenere alto il livello del servizio.
Ma è possibile che sia così? Ma il consulente per la sicurezza può permettersi di proporre prestazioni professionali così importanti e delicate dove si mette in gioco la salute e la sicurezza delle persone che svolgono un lavoro senza dare garanzie, senza rischiare niente e giocare sulla buona fede del committente e sul fatto di costare molto poco?
Se fino ad un pò di tempo fa si era convinti che il solo datore di lavoro rischiava e tutti gli altri erano salvi, oggi le cose sono un pò cambiate.
Di seguito una sentenza, e non è la sola, dove il consulente esterno per la sicurezza viene condannato per aver fatto una valutazione dei rischi sommaria e superficiale.
A questo punto, vale la pena come consulente spendersi e spendere per fare le cose al meglio delle proprie professionalità e farsi pagare il giusto. La risposta a questo punto è scontata.
http://olympus.uniurb.it/index.php?option=com_content&view=article&id=13647:2015-06-26-16-58-37&catid=17:cassazione-penale&Itemid=60
La Valutazione dei Rischi è uno degli obblighi indelegabili del Datore di Lavoro. Ciò vuol dire che il DL non può esimersi da questa responsabilità. Chi fa la valutazione dei rischi? il Datore di Lavoro, che infatti firma il documento di valutazione dei rischi.
Ma il DL non ha spesso competenza in materia di salute e sicurezza sul lavoro, il DL ha molto altro da pensare e quindi chiaramente cerca appoggio su figure professionali esterne.
Chi è oggi che può vantare competenza nel settore? Esiste una figura professionale specifica? La risposta purtroppo è NO! Oggi chiunque può fare consulenza alle imprese per gli adempimenti previsti dal D.Lgs.81/08; è il DL che, affidando l’incarico, deve essere certo che il consulente abbia le competenze specifiche che possano garantirgli un lavoro ben fatto e che lo metta al riparo da sorprese.
Ma se il DL incarica un tecnico per la valutazione dei rischi non è responsabilità sua a quel punto? NO. Ovvio che il consulente potrebbe essere chiamato a rispondere se chiamato in causa, ma questo non esime il DL dalle sue responsabilità. In ogni caso ha scelto male il suo consulente e non ha vigilato sul suo operato!
Quindi il DL cosa può (e deve) fare? Può certamente affidarsi ad un professionista serio che ha reale competenza nel settore. Un professionista che non si presenti come colui che prende in mano la situazione dell’azienda per quanto riguarda la sicurezza e mette in condizione il DL di non pensare a niente. Un professionista che non dica che va tutto bene e che non serve investire 1 euro in sicurezza. Un professionista che non produca solo carta, seppur tanta, bella e colorata, ma che abbia un senso e che sia davvero utile. Il consulente scrive nei documenti tecnici in base alle informazioni ricevute …… e chi da le informazioni corrette se non conosce le problematiche? Il DL non dovrà essere un esperto valutatore, ma dovrà mettere in condizione il valutatore di fare un buon lavoro fornendo il supporto necessario; è ciò è possibile soltanto conoscendo gli argomenti in questione.
A cosa serve una valutazione dei rischi ben fatta? Non serve a far contenta la ASUR in caso di controllo. In caso di ispezione da parte degli organi di vigilanza potrebbe andare anche bene avere la documentazione, ma in caso di infortunio o malattia professionale? In quel caso il giudice andrà a leggere cosa c’è scritto nelle carte, vorrà capire se la sicurezza è vissuta realmente in azienda e se realmente vengono tutelati i lavoratori. In caso di malattia professionale, l’INAIL vorrà vedere in cosa consisteva la valutazione del rischio, se la persona malata era stata realmente tutelata al massimo delle possibilità.
Quindi una buona valutazione dei rischi è una buona assicurazione. Non serve, ma se serve deve essere valida.
Come si riconosce una buna valutazione dei rischi? Deve essere leggibile, chiara, semplice. Non deve essere inutilmente troppo abbondante! Non deve riportare la legge e la norma tecnica di riferimento; quello sta scritto su testi di letteratura tecnica. La VDR deve essere facilmente associabile alla realtà dell’azienda. Leggendola, e deve essere facileda leggere, bisogna riconoscere che stiamo parlando di quella specifica azienda e non in generale. Deve essere chiaro il pericolo presente e come viene valutato. Deve essere chiaro il risultato della valutazione. Deve essere chiaro per ogni lavoratore quali sono i reali rischi ed il livello associati alla propria mansione ed ai propri compiti. E deve essere presente un piano di interventi per il mantenimento ed il miglioramento delle condizioni di salute e di sicurezza. Si può lavorare in sicurezza senza investire?
Quindi il DL deve diffidare di chi vende servizi chiavi in mano e senza coinvolgere il DL stesso e le figure aziendali che hanno un ruolo nella storia.
Il DL deve diffidare di chi dice che va tutto bene e che l’importate è avere la carta a posto.
Il DL deve accertarsi che la VDR valuti realmente i rischi e non li trascuri o sottostimi.
Il compito del consulente, e quindi il mio, è quello di rilevare un problema, proporre una soluzione e verificarne l’efficacia. Il DL deve sapere e poi coscientemente, con consapevolezza quindi, decide come investire le proprie risorse.