La Valutazione dei Rischi è uno degli obblighi indelegabili del Datore di Lavoro. Ciò vuol dire che il DL non può esimersi da questa responsabilità. Chi fa la valutazione dei rischi? il Datore di Lavoro, che infatti firma il documento di valutazione dei rischi.
Ma il DL non ha spesso competenza in materia di salute e sicurezza sul lavoro, il DL ha molto altro da pensare e quindi chiaramente cerca appoggio su figure professionali esterne.
Chi è oggi che può vantare competenza nel settore? Esiste una figura professionale specifica? La risposta purtroppo è NO! Oggi chiunque può fare consulenza alle imprese per gli adempimenti previsti dal D.Lgs.81/08; è il DL che, affidando l’incarico, deve essere certo che il consulente abbia le competenze specifiche che possano garantirgli un lavoro ben fatto e che lo metta al riparo da sorprese.
Ma se il DL incarica un tecnico per la valutazione dei rischi non è responsabilità sua a quel punto? NO. Ovvio che il consulente potrebbe essere chiamato a rispondere se chiamato in causa, ma questo non esime il DL dalle sue responsabilità. In ogni caso ha scelto male il suo consulente e non ha vigilato sul suo operato!
Quindi il DL cosa può (e deve) fare? Può certamente affidarsi ad un professionista serio che ha reale competenza nel settore. Un professionista che non si presenti come colui che prende in mano la situazione dell’azienda per quanto riguarda la sicurezza e mette in condizione il DL di non pensare a niente. Un professionista che non dica che va tutto bene e che non serve investire 1 euro in sicurezza. Un professionista che non produca solo carta, seppur tanta, bella e colorata, ma che abbia un senso e che sia davvero utile. Il consulente scrive nei documenti tecnici in base alle informazioni ricevute …… e chi da le informazioni corrette se non conosce le problematiche? Il DL non dovrà essere un esperto valutatore, ma dovrà mettere in condizione il valutatore di fare un buon lavoro fornendo il supporto necessario; è ciò è possibile soltanto conoscendo gli argomenti in questione.
A cosa serve una valutazione dei rischi ben fatta? Non serve a far contenta la ASUR in caso di controllo. In caso di ispezione da parte degli organi di vigilanza potrebbe andare anche bene avere la documentazione, ma in caso di infortunio o malattia professionale? In quel caso il giudice andrà a leggere cosa c’è scritto nelle carte, vorrà capire se la sicurezza è vissuta realmente in azienda e se realmente vengono tutelati i lavoratori. In caso di malattia professionale, l’INAIL vorrà vedere in cosa consisteva la valutazione del rischio, se la persona malata era stata realmente tutelata al massimo delle possibilità.
Quindi una buona valutazione dei rischi è una buona assicurazione. Non serve, ma se serve deve essere valida.
Come si riconosce una buna valutazione dei rischi? Deve essere leggibile, chiara, semplice. Non deve essere inutilmente troppo abbondante! Non deve riportare la legge e la norma tecnica di riferimento; quello sta scritto su testi di letteratura tecnica. La VDR deve essere facilmente associabile alla realtà dell’azienda. Leggendola, e deve essere facileda leggere, bisogna riconoscere che stiamo parlando di quella specifica azienda e non in generale. Deve essere chiaro il pericolo presente e come viene valutato. Deve essere chiaro il risultato della valutazione. Deve essere chiaro per ogni lavoratore quali sono i reali rischi ed il livello associati alla propria mansione ed ai propri compiti. E deve essere presente un piano di interventi per il mantenimento ed il miglioramento delle condizioni di salute e di sicurezza. Si può lavorare in sicurezza senza investire?
Quindi il DL deve diffidare di chi vende servizi chiavi in mano e senza coinvolgere il DL stesso e le figure aziendali che hanno un ruolo nella storia.
Il DL deve diffidare di chi dice che va tutto bene e che l’importate è avere la carta a posto.
Il DL deve accertarsi che la VDR valuti realmente i rischi e non li trascuri o sottostimi.
Il compito del consulente, e quindi il mio, è quello di rilevare un problema, proporre una soluzione e verificarne l’efficacia. Il DL deve sapere e poi coscientemente, con consapevolezza quindi, decide come investire le proprie risorse.